Domani, in tutto il mondo, si festeggia la “Giornata internazionale della donna”.
Mi piace chiamarla così e non, impropriamente “festa della donna”, perché in questo nostro globo bello tondo, dobbiamo ancora raggiungere molti traguardi sociali; quindi non ritengo ci siano tanti motivi per festeggiare.
Ma facciamo un passo alla volta: per ora inizierei con un po’ di storia del Novecento.
GIORNATA DELLA DONNA: le origini.
La giornata internazionale della donna, si festeggiò per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909 e solo dal 1911 anche in alcuni paesi europei. In Italia entro in vigore più tardi, nel 1922.
Il primo Woman’s Day fu festeggiato il 28 febbraio e fu istituito come manifestazione per le rivendicazioni sindacali e politiche delle donne, nonché il loro riconoscimento al diritto di voto.
Dopo il 1917 la data della manifestazione fu spostata all’ 8 marzo , per ricordare assieme a tutte le rivendicazioni, anche la grande manifestazione che le donne Russe guidarono proprio l’ 8 marzo 1917 e che dette il via alla Rivoluzione russa di febbraio (n.d.r. caduta dello zarismo e avvento del periodo Comunista Russo).
Come detto prima, in Italia la festa arrivò solo nel 1922 per iniziativa del partito comunista italiano.
Negli anni successivi diverse motivazioni furono attribuite a questa festa, leggende più o meno vere e a tutt’oggi ancora esistenti.
Una per tutte: la credenza, molto radicata, che l’ 8 marzo sia dedicato alla memoria di centinaia di operaie donne, morte nell’incendio di una fabbrica, la “Cottons” di New York negli Stati Uniti. In realtà una tragedia simile era avvenuta il 25 marzo del 1911 ma in un’altra fabbrica americana.
In realtà dunque la giornata di domani dovrebbe essere dedicata al ricordo delle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, e soprattutto dovrebbe servire per accendere un riflettore su tutte quelle parti del mondo dove le discriminazioni e le violenze sono ancora in atto.
Ora vi domando: ma allora perché tutto questo deve ridursi a un semplice scambio di fiori gialli regalati il più delle volte per dovere e non per convinzione?
Oppure a terribili orde di donne scatenate in cerca di “spettacoli maschili” ad hoc?
Sono queste le conquiste sociali per le quali è d’obbligo il festeggiamento nel 21° secolo?
Penso che, delle donne e dei veri problemi legati alla sua figura nella società moderna, bisogna parlarne tutti giorni.
Ci sono stati nel mondo, dove ancora la figura femminile non ha raggiunto il diritto di vedere garantiti neppure i più elementari bisogni umani; e ci sono paesi “civilizzati” come il nostro, dove vedere garantito il diritto alla maternità, al lavoro e alla sicurezza sembra cosa fatta.
Attenzione! Ho usato la parola “sembra”, poi scavi, scavi e ti accorgi che anche da noi resiste all’usura, un sommerso modo di pensare “uomo-centrista” che come una minuscola goccia d’acqua, giorno dopo giorno ci scava dentro.
Dove la vedo scavare questa goccia?
Nella vita di tutti i giorni, ovunque intorno a me: iniziando dai mass media, che prima di tutti, trasmettono un’immagine femminile distorta, banale, ad uso e consumo maschile e completamente scollata dalla realtà sociale.
Esistono davvero ancora le donne da “Mulino Bianco”? Se ne conoscete una è d’obbligo la presentazione!
Le discriminazioni nel mondo occidentale passano silenziose: nei giudizi di tutti i giorni, quando ti buttano là un “ma tu lavori e non ci sei a seguire i figli”. Frasi capaci di cancellare in pochi secondi anni di rivincite sociali, rituffandoti nel buio abisso del medioevo di tutti i giorni.
E allora, che cosa festeggiamo domani?
A voi libertà di opinione e di commento.
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