guest post di S.Giordani
Da sempre i “punti luce” all’interno di un ambiente, rappresentano fonte di ispirazione per molti designer. L’attenzione attualmente si è spostata verso la passione moderna per le lampade al led, vengono proposte infatti modelli di ogni genere, dalle plafoniere alle lampade da tavolo e da studio, fino ad arrivare a quelle da parete o da soffitto, molte in vendita anche online a prezzi molto più accessibili rispetto al periodo che precede l’avvento di internet.
Oggi come oggi, infatti, è molto più facile avere una casa di grande design senza però dover spendere una fortuna.
Ma se il led è oramai così diffuso, è perché la sua storia nel campo del design va particolarmente indietro nel tempo, segnando grandissime rivoluzioni nel campo dell’arredamento e della funzionalità delle illuminazioni sia domestiche che non.
Più generalmente parlando, la storia dell’illuminazione è fortemente legata al design, che cura questo particolare con incredibile interesse, generando alcuni tra i pezzi più famosi e longevi al mondo.
Un esempio è Arco, la lampada per eccellenza, italianissima, che da 50 anni continua ad essere la più stilosa ed innovativa di tutti i tempi, disegnata dal celeberrimo architetto e designer Achille Castiglioni.
È un disegno innovativo quanto semplice, costituito da 3 parti principali: la base, lo stelo e la cupola.
La base è realizzata interamente con marmo di Carrara (almeno nella versione classica originale, che poi è ovviamente stata rivisitata negli anni), scelto sia per la sua estetica, che per il suo peso. Lo stelo è invece realizzato in acciaio inox, tre parti con sezione ad U che scorrono in maniera telescopica così da permettere il giusto posizionamento dell’ultimo elemento, la cupola, che è poi la parte illuminante della lampada, realizzata sempre in acciaio e che è forata da una parte per permettere il raffreddamento della lampada.
Sempre disegnata da Achille Castiglioni nel 1970 citiamo Parentesi, vincitrice del Compasso d’oro 1979 e prodotta da Flos, si tratta di una lampada innovativa a partire dal packaging, che contiene sotto vuoto i vari pezzi da assemblare, tutto racchiuso da un guscio di protezione bianco. Una volta montata, questa lampada tanto semplice quanto geniale si presenta come un profilo d’acciaio che scorre su un cavo, anch’esso in acciaio, attaccato al soffitto da un’estremità e tirato da un contrappeso dall’altra estremità. L’idea prende spunto da un’intuizione che Manzù ebbe nel 1969, che a posto del cavo aveva posto un’asta.
Caratterizzata invece dall’eleganza dei grandi lampadari di tradizione, ma estremamente moderna per quanto riguarda materiali e linee, Hope, prodotta da Luceplan, è stata disegnata da Francisco Gomez e Paolo Rizzato. La luce, molto delicata e unica nel suo genere, è resa tale da sottili lenti fresnel. Questo lampadario moderno è stato particolarmente apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, ottenendo anche numerosissimi riconoscimenti alla XXII edizione del Compasso d’Oro e entrando a far parte della collezione storica.
Compasso d’Oro 1967, invece, è Eclisse, disegnata dall’altrettanto celeberrimo Magistretti e diventata vero simbolo del design made in Italy. L’idea venne al grande Designer pensando alle linee della lanterna di Jean Valjean, che era stata protagonista dei Miserabili di Victor Hugo. Eclisse è quindi composta da due calotte che ruotano una su l’altra, permettendo una regolazione del fascio di luce, non tanto dell’intensità, proprio come se si trattasse di un’eclissi di luna.
Snoopy, invece, non ha mai cessato di essere prodotta dal 1967 al 2003 da Flos. Disegnata dai fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, richiama fedelmente il famoso bracchetto dei fumetti di Schultz, da cui il nome. Oltre alla parte spiritosa, il design presenta comunque linee particolarmente eleganti, soprattutto grazie al basamento in marmo. Apparentemente senza equilibrio, ma in realtà molto stabile, presenta una perfetta proporzionalità tra peso e forme, oltre che tra materiali così distanti eppure così armonici come il marmo e il cristallo.
Ultima ma non meno importante è Falkland, una lampada/lampadario disegnata da Bruno Munari per Danese nel 1964. Si tratta di una maglia elastica modellata su anelli tubolari di varie dimensioni, creando forme vagamente optical, molto allungate e particolari. Data la forma e i materiali, la luce va dissolvendosi come fosse una nuvola, creando un prodotto di apparenze effimere, che quasi pare smaterializzarsi.
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